Diaconi: mons. Ruzza (Roma), “sono i protagonisti del sogno di Papa Francesco” stando “nella frontiera della società” per “portare misericordia”

“Il diacono deve stare nella frontiera della società. Ha il compito di inserirsi con positività e con gioia, a nome di tutta la comunità, nelle periferie esistenziali e materiali dell’uomo del nostro tempo”. Lo ha detto mons. Gianrico Ruzza, vescovo ausiliare della diocesi di Roma e delegato per il diaconato, durante il convegno nazionale dei diaconi in corso ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo. Periferie che, spiega il vescovo, non sono solo “quartieri ghetto o dormitori, ma anche il disagio giovanile, la ludopatia, la disoccupazione, il conflitto sociale, le migrazioni e l’emarginazione. Chiunque è chiamato a svolgere il ministero della consolazione deve manifestare la dimensione della compassione evangelica”. La sfida indicata è quindi “condividere la condizione di fragilità per promuovere un cammino che possa portare alla pienezza dell’uomo nuovo in Cristo”. Mons. Ruzza ha citato in più occasioni Papa Francesco e ha puntualizzato che “i diaconi sono i protagonisti del sogno di Papa Francesco, quello di una Chiesa che sa trovare vie e metodi nuovi per portare misericordia”. Poi, ha invitato i diaconi a spostare l’attenzione dal concetto di sanità a quello di salute, “cioè la salvezza in vista dell’eternità”. “La sfida che abbiamo dinanzi – ha aggiunto – è quella di stringere le mani dei nostri fratelli e portarli fuori da un senso di compiutezza negativa”. Infine, ha rivolto loro un altro invito: “Dobbiamo uscire dall’autoreferenzialità, perché il vero motore deve essere la preghiera e non una strategia organizzativa. Dobbiamo essere il viandante che cammina insieme ai poveri e ai senza fissa dimora. La nostra identità è stare con gli altri”.

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