Migranti: Forti (Caritas), “manca un impegno reale sui Paesi d’origine”

“Invitiamo il governo a verificare attraverso le Nazioni Unite quanto prima quali sono le condizioni delle persone fermate in Libia”. Lo ha affermato Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana, a Radio Vaticana commentando gli esiti del vertice sulle migrazioni svoltosi ieri pomeriggio a Parigi tra i leader di Francia, Germania, Italia, Spagna, Libia, Ciad, Niger, alla presenza di Federica Mogherini, alto rappresentante Ue per la politica estera. Secondo quanto deciso, per la gestione dei flussi di migranti che decidono di percorrere la rotta del Mediterraneo centrale “si farà riferimento in maniera esclusiva ai Paesi di transito di queste persone, quindi Libia, Ciad, Niger”, spiega Forti. “Quello che ci chiediamo – afferma con preoccupazione il responsabile dell’ufficio Caritas – è quale sia il destino di chi una volta fermato si troverà magari a dover trovare rifugio in Paesi limitrofi, che sono poi quelli vicini ai Paesi di origine sui quali ancora non vediamo un impegno reale, un segnale di impegno forte per un sostegno”. “Nel nostro caso – ha aggiunto – penso per esempio all’Eritrea”. Rispetto alla richiesta di modifica del regolamento di Dublino, avanzata soprattutto da Francia e Germania, Forti ha rilevato che “solo attraverso un nuovo meccanismo che non faccia ricadere sui Paesi di primo ingresso – in particolare Italia e Grecia – l’onere di dover accogliere queste persone potrà restituire quell’equilibrio all’interno dell’Unione che oggi manca completamente”.

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