Acqua potabile: Unicef, 180 milioni di persone non hanno accesso in Paesi colpiti da conflitti o instabilità

“Sono oltre 180 milioni le persone nel mondo che non hanno accesso all’acqua potabile in Paesi colpiti da conflitti, violenze e instabilità”. È l’allarme lanciato oggi dall’Unicef, in occasione della Settimana mondiale dell’acqua. “Secondo una recente analisi di Unicef e Oms – si legge in una nota – le persone che vivono in situazioni di fragilità hanno una probabilità quattro volte maggiore di non avere acqua potabile rispetto alle popolazioni in situazioni differenti. Di 484 milioni di persone che si stima vivessero in situazioni di fragilità nel 2015, 183 milioni non avevano servizi per l’acqua potabile”. In particolare, “nel nord-est della Nigeria, in Somalia, Sud Sudan e Yemen, Paesi minacciati dalla carestia, circa 30 milioni di persone, fra cui 14,6 milioni di bambini, hanno urgente bisogno di acqua sicura”. In Siria, invece, sono “circa 15 milioni di persone, fra cui si stimano 6,4 milioni di bambini” ad essere nella stessa situazione. L’Unicef aggiunge che “in zone colpite dal conflitto nel nord-est della Nigeria, il 75% delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie sono state danneggiate o distrutte” mentre “in Sud Sudan circa la metà dei punti d’acqua è stata danneggiata o completamente distrutta”. Sanjay Wijesekera, responsabile dell’Unicef per l’acqua e i servizi igienico-sanitari, ricorda che “l’accesso dei bambini ad acqua e servizi igienico-sanitari sicuri, soprattutto in contesti di conflitto ed emergenza, è un diritto, non un privilegio” e “in Paesi colpiti da violenza, sfollamento, conflitti e instabilità, il mezzo di sopravvivenza più basilare per i bambini – l’acqua – deve essere una priorità”. “Quando i bambini non hanno acqua sicura da bere e quando i sistemi sanitari sono lasciati in rovina – conclude – la malnutrizione e malattie potenzialmente letali come il colera seguono irrimediabilmente”.

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