Migrazioni: padre Heikki Huttunen (Kek), nel Vecchio Continente “oggi c’è crisi di solidarietà”

“La crisi che stiamo vivendo oggi in Europa è una crisi di solidarietà”. Lo dice padre Heikki Huttunen, della Chiesa ortodossa di Finlandia, segretario generale della Conferenza delle Chiese europee (Kek), in una intervista rilasciata al Sir mentre partecipa al Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi riunito a Torre Pellice. Riguardo alla emergenza migranti in Europa, il segretario generale della Kek risponde: “Prima di tutto va detto che è normale che le persone si muovano e che la crisi dei rifugiati non deve essere vista solo dal punto di vista europeo ma anche dal punto di vista delle persone che stanno fuggendo. I rifugiati scappano da contesti che sono per ragioni diverse profondamente in crisi. La crisi è la loro, non la nostra”. L’altra considerazione richiama i Paesi che per ragioni geografiche ricevono i flussi maggiori delle migrazioni. “Paesi come l’Italia, la Grecia, Malta, la Spagna” che sono stati lasciati soli a gestire il fenomeno e che ora “hanno bisogno della solidarietà degli altri Paesi in Europa ed è questa la nostra vera crisi. Se consideriamo poi i numeri reali di chi arriva, ci accorgiamo che non siamo di fronte a cifre così grandi da costituire una minaccia o rendere impossibile una gestione. Se tutti i Paesi insieme collaborano, l’accoglienza è possibile”. Molti, a parere di padre Huttunen, sono gli errori che l’Europa in questi anni ha commesso sul “fronte” delle migrazioni: “Non ha avuto una visione chiara su quanto stava succedendo, lasciando così la gestione delle migrazioni alle forze criminali. Abbiamo lasciato che le persone pagassero cifre altissime ai criminali per attraversare il Mediterraneo o percorrere altre vie di fuga verso l’Europa. Abbiamo permesso che le persone morissero nel tentativo di farlo e la rete dei criminali si rafforzasse. Se i nostri governi avessero agito prima e in modo concreto per evitare tutto, se avessero pensato a vie di entrata legali e sicure, per tutti, se avessero coordinato le azioni di soccorso e accoglienza, avremmo oggi una situazione completamente diversa”.

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