Terremoto Centro Italia, un anno dopo: mons. Brugnaro (Camerino), “accompagnare le nostre comunità”

(da Jesi) – “Soccorrere le persone, il bene primario delle nostre condizioni e comunità; impegnarci per il lavoro, affinché diventi il luogo che produce il bene agli altri e perché le persone riprendano la vita normale attraverso l’impegno ritrovato; la tempestività per anticipare il più possibile i tempi di ritorno alla normalità”. Il 23 agosto, a Pievetorina, mons. Giovanni Francesco Brugnaro, vescovo di Camerino, ha preso parte alla cerimonia di consegna delle soluzioni abitative di emergenza e, congratulandosi con gli amministratori e le maestranze, ha espresso alcune considerazioni nel primo anniversario del sisma che ha colpito pesantemente il territorio dell’arcidiocesi di Camerino. “Ringraziamo il Signore per quanto è stato compiuto e impegniamoci ancora di più per permettere al numero maggiore di persone di tornare nelle proprie contrade e paesi. Il futuro può essere nebuloso e imprevedibile – ha detto inoltre – ma se continuiamo operando tra diverse realtà, tra gli imprenditori, le autorità civili nazionali, regionali e comunali si potranno posizionare e consegnare le casette, riaprire le scuole e le attività e così, rinascendo le comunità, si guarderà avanti”. Un anno fa iniziava un calvario per le persone e per l’arcidiocesi. In provincia di Macerata la diocesi di Camerino è la più danneggiata, sono compromesse non solo le chiese ma anche gli oratori, le canoniche, i centri di aggregazione. “Le nostre comunità sono piccole e con poche disponibilità economiche – ha spiegato mons. Brugnaro – e per questo vanno soccorse con maggiore intensità perché da sole sono spaesate e incapaci di riprendere: di qui la necessità di accompagnarle nel ricostruire per riconoscersi in quei beni e in quella memoria e tornare a essere punti di riferimento culturali e sociali in collettività che hanno una storia centenaria”.

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