![](https://old.agensir.it/wp-content/uploads/2017/08/sgomberoRoma_05-755x491.jpg)
Il Centro Astalli sta seguendo con preoccupazione da alcuni giorni lo sgombero di centinaia di rifugiati eritrei dal palazzo occupato di via Curtatone, a Roma, tra cui famiglie con bambini, anziani, disabili. L’edificio di via Curtatone è solo uno degli insediamenti informali in cui gruppi numerosi di titolari di protezione internazionale vivono in città, in condizione di grave marginalità sociale e disagio. “Uno sgombero effettuato in regime di emergenza, senza alcun lavoro sociale previo e senza soluzioni commisurate ai bisogni effettivi delle persone non può essere la risposta a un problema annoso e complesso come la mancata integrazione di tanti rifugiati – commenta oggi p. Camillo Ripamonti presidente Centro Astalli -. Come era facilmente prevedibile, dopo giorni di tensione la situazione è degenerata e si è arrivati ad usare la forza contro persone inermi ed esasperate. Una sconfitta per tutti”. Secondo il Centro Astalli non servono “illusorie soluzioni rapide ed emergenziali”. “Particolarmente infelice – sottolinea – la scelta di intervenire proprio all’indomani dell’attentato di Barcellona: alcuni hanno potuto leggerci una correlazione assolutamente impropria tra rifugiati e terrorismo”. Il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e locali di “affrontare e prevenire la marginalità sociale con interventi strutturali a lungo termine, che tengano conto della particolare vulnerabilità dei rifugiati e di evitare, in ogni caso, interventi che offendono la dignità delle persone e comportano violazioni dei loro diritti, in particolare quelli dei bambini”.