Giovani: Rosina (demografo), “dobbiamo tornare a far funzionare virtuosamente il rapporto tra crescita, nuove generazioni e futuro”

(dall’inviato a Rimini) – “Dobbiamo tornare a far funzionare virtuosamente il rapporto tra crescita, nuove generazioni e futuro”. Lo ha affermato ieri sera Alessandro Rosina, docente di demografia all’Università Cattolica e coordinatore del “Rapporto Giovani”, intervenendo all’incontro “Il lavoro che cambia: il ‘Piano Marshall’ per i giovani” svoltosi al Meeting di Rimini. Commentando i dati del “Rapporto Giovani”, Rosina ha ricordato che “l’Italia in Europa è il Paese con la peggior combinazione di giovani inattivi e passivamente dipendenti dai genitori”. C’è quindi “una generazione bloccata nel proprio ruolo di produttore di rinnovo. Eppure – ha rilevato – la voglia dei giovani di essere protagonisti c’è. In Italia c’è una generazione che vuole esprimere il meglio di sé ma non riesce a farlo”. Per invertire la rotta, secondo il demografo, “dobbiamo avere più attenzione sulla transizione scuola-lavoro inserita nella transizione alla vita adulta”. “Serve una formazione solida e la possibilità di attivare un circuito virtuoso tra imparare e fare (capire il mondo e agire con successo in esso)”. “Motore di questo circuito virtuoso sono le ‘life skills’, cioè competenze e abilità che consentono di avere un atteggiamento positivo, versatile ed efficace nell’affrontare le sfide della vita e del lavoro”. “È proprio sulle ‘life skills’ che il divario tra giovani inattivi e lavoratori dev’essere colmato”. Ma giovani “neet” e lavoratori – ha sottolineato Rosina – “hanno in comune l’avere un sogno da realizzare e il desiderio di imparare”. Per il demografo, “non bastano i singoli padri che proteggono i singoli figli, servono anche guide e alleati a livello sociale che aiutino un’intera generazione. Politica e sindacati fanno fatica ad interpretare esigenze e istanze delle nuove generazioni”. Rosina ha concluso sottolineando l’importanza di “dar spazio al nuovo di cui le nuove generazioni sono portatrici” e di “aiutare tale nuovo ad essere vincente nei processi di cambiamento di questo secolo”.

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