Sgombero rifugiati a Roma: mons Lojudice (vescovo ausiliare), “costruiamo una fraternità vera” per “garantire un futuro migliore ai nostri figli”

Il Comune solitamente propone accoglienze per mamme e bambini: lo sottolinea mons. Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma e delegato Migrantes della Conferenza episcopale del Lazio, in merito agli sgomberi di rifugiati avvenuti negli ultimi giorni a Roma, che si chiede: “Perché non cominciare a pensare a delle accoglienze vere per tutta la famiglia? Ci sono delle esperienze in atto: basta riproporle. E non si dica che è un problema di costi: purtroppo costano molto di più le case famiglia, in alcuni casi indispensabili, che non altri luoghi di accoglienza più autonoma per l’intero nucleo. Non servono guerre, né polemiche con le Amministrazioni pubbliche, né tantomeno con le forze dell’ordine, che fanno solo il loro dovere di obbedire a dei comandi. Né guerre né polemiche risolvono problemi: serve un dialogo serio e serrato da parte di tutte le forze in campo, istituzionali e non, volontariato e terzo settore”. Ognuno “faccia la sua parte – è l’invito – e chi non vuole dialogare si ritiri in disparte: troppa sofferenza è già stata vissuta da chi non ne aveva e non ne ha nessuna colpa. Non ci può essere un dominatore e un dominato, chi comanda e chi è costretto a subire: le conquiste di civiltà del nostro tempo, anche se subiscono attacchi continui, non possono essere messe in discussione da nessuno”. Da qui la proposta: “Stabiliamo una convivenza più pacifica, una integrazione più reale, una collaborazione in cui ognuno possa dare il meglio di sé… e saremo più sicuri anche dalle violenze e dagli attentati. L’Italia ancora è stata risparmiata e tutti ci chiediamo il perché: ci auguriamo che lo sia ancora, che non accada anche a noi di dover piangere qualche persona cara. Ma non possiamo affidarci al fatalismo o alla casualità: dobbiamo con responsabilità costruire una fraternità vera che magari metterà in discussione qualche nostro ‘diritto acquisito’, ma ci permetterà di garantire un futuro diverso, migliore ai nostri figli e forse anche ai nostri nipoti”.

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