Settimana liturgica nazionale: mons. Forte (Chieti-Vasto), “celebrare i sacramenti per vivere la fede”

“Nella liturgia il credente non sta davanti all’Eterno come uno straniero davanti all’irraggiungibile trascendenza, ma entra nelle profondità di Dio, lasciandosi avvolgere dal mistero delle relazioni divine nella comunione della Chiesa, ‘icona della Trinità’. Lo specifico della preghiera liturgica, che la distingue da ogni altra forma di preghiera, è, dunque, di essere preghiera trinitaria: nello Spirito per il Figlio la comunità che celebra va al Padre, ed è dal Padre che per il Figlio ogni dono perfetto le viene nella grazia del Consolatore”. Lo ha detto oggi mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, nel suo intervento alla Settimana liturgica nazionale, in corso a Roma. “La partecipazione alla vita del Dio tre volte Santo (‘communio Sancti’) – ha proseguito il presule – fa la Chiesa al tempo stesso ontologicamente santa, santificata da Lui e in Lui, ed esistenzialmente pellegrina verso il pieno compimento del dono di santità in essa riposto”. “Divenire ciò che è” sarà “il compito della Chiesa nel tempo, in cammino verso la Patria. In modo particolare, la santificazione, che lo Spirito produce nel cuore dei fedeli e nella comunione ecclesiale, va compiendosi nella storia attraverso gli eventi, fatti di parole e i gesti, in cui Egli comunica la sua grazia secondo la promessa del Signore: queste sorgenti della santità della Chiesa, questi luoghi dell’incontro con Dio nel tempo, sono i sacramenti”. La celebrazione dei sacramenti tocca perciò, ha aggiunto mons. Forte, “tutti i momenti importanti della vita del cristiano, secondo una certa analogia tra le tappe dell’esistenza naturale e quelle della vita spirituale: grazie all’economia sacramentale la vita di fede nasce e cresce, riceve di volta in volta la guarigione di cui ha bisogno e si apre alla missione. Così, i sacramenti dell’iniziazione cristiana conferiscono il fondamento della vita in Cristo e nella Chiesa, e cioè la partecipazione alla comunione trinitaria, resa possibile dal battesimo, corroborata dalla confermazione e nutrita sempre di nuovo dall’eucaristia”.

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