Attentato in Finlandia: Tervaportti (diocesi Helsinki), ci sarà “un impegno ancora più forte nella cooperazione interreligiosa”

(Foto: AFP/SIR)

Un memoriale si è svolto ieri mattina a Turku, sulla piazza del mercato dove venerdì scorso un diciottenne di origini marocchine che risiedeva in un centro di accoglienza per richiedenti asilo, ha ucciso due donne finlandesi e ferito altre 8, armato di coltello. Secondo quanto riferito dalle autorità investigative finlandesi si tratta del primo attacco “di sospetto terrorismo”. “I cattolici sono stati almeno doppiamente devastati” dice al Sir Marko Tervaportti, responsabile per l’informazione della diocesi di Helsinki, “perché più del 50% dei cattolici in Finlandia sono di origine straniera” e “naturalmente molti temono che nella popolazione si possano generare sentimenti ostili verso qualsiasi persona straniera in Finlandia”. Tervaportti sottolinea due aspetti degli eventi di venerdì: “La risposta veloce ed efficace della polizia” che in pochissimi minuti è intervenuta colpendo l’attentatore alle gambe e, quindi, catturandolo e il fatto che “le persone che sono accorse per cercare di fermare l’aggressore sono state principalmente” persone di altri Paesi. Questo può “essere importante nella prevenzione dei sentimenti anti-stranieri perché mostra che il problema non è tra finlandesi e stranieri, ma tra terroristi e chiunque altro”. Tervaportti riferisce inoltre che le Chiese “hanno accolto le persone per pregare, piangere e trovare conforto in questi giorni” e hanno partecipato ieri mattina alla commemorazione di Turku. È certo, spiega Tervaportti, che questo incidente “porterà ad un impegno ancora più forte alla cooperazione interreligiosa” anche attraverso il “Uskot foorumi”, piattaforma interreligiosa in cui “cristiani, musulmani e ebrei si incontrano ormai da 5 anni per confrontarsi”.

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