Missione navale in Libia: Oxfam Italia, “rischia di intrappolare i migranti in un inferno al di là del mare”

“La missione italiana a sostegno della Libia rischia di intrappolare i migranti in un inferno al di là del mare”. È la preoccupazione espressa oggi da Oxfam Italia in una nota nella quale si ricorda che “l’84% dei migranti intervistati nell’ultimo anno ha dichiarato di aver subito in Libia abusi, torture e detenzioni illegali da parte di milizie locali, trafficanti e bande criminali”. Secondo Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia, “l’ulteriore supporto navale tecnico e logistico da parte dell’Italia alla Guardia costiera libica, deliberato dal Parlamento oggi, non servirà, purtroppo, a lenire le sofferenze dei migranti che attraversano questo Paese in fuga da guerra e atrocità”. “Al contrario – prosegue – tale missione, facilitando le attività di rimpatrio non volontario in Libia operate direttamente dalla Guardia costiera di questo Paese, potrebbe avere l’effetto di riportare e bloccare un numero maggiore di migranti in un Paese in cui i centri di detenzione sono paragonabili a veri e propri lager, nei quali le persone sono sistematicamente esposte a trattamenti inumani”. Poco meno di un mese fa con il nel rapporto “L’inferno al di là del mare”, Oxfam insieme a Borderline Sicilia e Medu (Medici per i Diritti Umani) avevano denunciato come siano numerose le “persone che arrivano in Libia – Paese che non prevede alcun sistema di richiesta di protezione internazionale – fuggendo dalla violenza perpetrata nei loro confronti per trovare solo altra violenza”. Centinaia di testimonianze, “a cui si aggiungono – continua la nota – anche quelle di tanti minori non accompagnati, oggi accolti in Italia, che raccontano di trattamenti inumani di cui sono state vittime nel Paese nord-africano”. In questo contesto, Oxfam chiede a “Italia, Unione europea e Stati membri di adoperarsi per garantire il rientro delle persone nei loro Paesi di origine, solo attraverso procedure fondate sul rispetto dei diritti umani, e mai in condizioni che li possano mettere in pericolo”. “Gli Stati membri della Ue – conclude la nota – dovrebbero inoltre espandere canali sicuri e regolari per i rifugiati e altri migranti, e migliorare le procedure di ricongiungimento familiare per rifugiati e richiedenti asilo, garantendo che le famiglie siano in grado di riunirsi nel minor tempo possibile”.

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