Codice di condotta Ong: Cini, no a “inedito ordine pubblico internazionale” che non rispetta diritti

“La Dichiarazione Onu dei diritti dell’uomo e le sue Convenzioni, a partire da quella inerente i diritti dei minori, rappresentano la base imprescindibile sulla quale orientare ogni azione operativa”.  Lo ribadiscono gli aderenti al Cini – Coordinamento italiano Ong internazionali, commentando le polemiche sul Codice di regolamentazione delle Ong per il salvataggio in mare dei migranti. Il Cini è composto da Actionaid, Amref, Cbm, Save the Children, Terre des hommes, Vis-Volontariato internazionale per lo sviluppo. “Da qualche tempo – fa notare il portavoce Antonio Raimondi – si assiste a forme di pressione sulle Organizzazioni non governative da parte di diversi livelli istituzionali europei, nazionali e internazionali affinché il diritto internazionale dei diritti umani venga ricondotto all’interno delle compatibilità politiche che Stati e Governi intendono di volta in volta perseguire per la gestione degli aiuti umanitari”. “Senza entrare nel merito di scelte che competono alle singole organizzazioni – precisa Raimondi -, ribadiamo che essere arrivati a questo punto è una sconfitta per tutti dato, che la gestione in modalità emergenziale di un fenomeno così drammatico e carico di implicazioni politiche complesse quali quello migratorio non può e non deve essere affrontato con strumenti che configurano un inedito ‘ordine pubblico internazionale’, ma applicando coerentemente gli strumenti della prevenzione e di un modello di sviluppo inclusivo incentrato sulla lotta alla povertà, il perseguimento della pace e rispettoso dell’ambiente, come recentemente approvato dalle Nazioni unite con gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile”.

 

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