Charlottesville: la famiglia di Heather perdona il suo assassino

(da New York) “Tante persone mi stanno chiedendo: cosa posso fare? Trovare nel tuo cuore la scintilla della responsabilità e questo sarà l’inizio dell’eredità che Heather ci ha lasciato, non la sua fine”. Susan Bro, la madre di Heather Heyer, la giovane di 32 anni uccisa sabato scorso durante la protesta contro i nazionalisti bianchi a Charlottesville, in Virginia, ha usato espressioni forti e toccanti durante la cerimonia funebre che ieri ha ricordato la figlia. Susan nei sette minuti del suo discorso ha invitato tutti i presenti a combattere l’ingiustizia e a “prestarvi attenzione, scoprendo cosa c’è di sbagliato nel mondo e non ignorandolo”. I ricordi della madre di Heather si sono sovrapposti a continue domande: “Chiedetevi cosa posso fare per rendere il mondo migliore? Quali ingiustizie sto vendendo? Puntate il dito verso voi stessi come avrebbe fatto Heather e fate quel passo in più, quel passo che potrebbe fare una differenza nel mondo”. Il padre di Heather ha annunciato pubblicamente di perdonare il presunto assassino della figlia perché “le persone devono smettere di odiarsi e imparare a perdonarsi gli uni gli altri”. Una commovente standing ovation ha salutato le ultime parole di Susan quando ha detto: “Hanno cercato di uccidere mia figlia per zittirla, ma indovinate cosa è successo invece? L’avete magnificata. Avrei preferito avere mia figlia viva, ma so che devo lasciarla andare. Allora facciamo in modo che la sua morte conti molto”.
Migliaia di persone si sono radunate pacificamente nel campus dell’università della Virginia con le torce accese ripetendo: “Questa è la nostra casa, non la loro” e lungo la marcia hanno recitato versi della poetessa Maya Angelou e cantato gospel sull’accoglienza come “This land is your land (Questa terra è la tua terra)” per contrastare gli inni razzisti proclamati lo scorso sabato durante la manifestazione dei suprematisti bianchi.

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