Attacchi in Spagna: mons. Galantino (Cei), “non è sufficiente commuoversi un giorno e basta. Occorre capire e alla comprensione far seguire impegni concreti”

“Mi piacerebbe che la violenza, che la morte porta con sé, riuscisse a convertirci un po’: uso un termine religioso, ma in modo laico. Vorrei che questi fatti non ci lasciassero indifferenti, ma ci aiutassero a rivedere il nostro modo di stare insieme e a considerare il modo in cui oggi educhiamo e ci educhiamo, il modo in cui usiamo il linguaggio”. Lo ha sostenuto, stasera, mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenendo alla trasmissione di Rai Uno, “La vita in diretta”, dedicata agli attacchi terroristici in Spagna. “Non è sufficiente commuoversi un giorno e basta – ha aggiunto il presule -. Spinoza diceva che di fronte a certi fatti è meglio capire che commuoversi. Io dico che è bene commuoversi, ma bisogna anche capire e alla comprensione far seguire degli impegni concreti. Se domani continueremo ad applaudire coloro i quali gridano contro gli altri e sono indifferenti di fronte alla violenza, non migliorerà il nostro mondo”.
Rispondendo a una domanda sull’accoglienza, mons. Galantino ha invitato i media a usare le parole giuste. Quando verifichiamo il numero delle presenze in Italia, rispetto alle altre nazioni non si può parlare di invasioni”. Il vescovo ha quindi ribadito la necessità di “una comunicazione corretta”: “Abbiamo sbagliato a dare troppa voce agli imprenditori della paura perché la paura, benché giustificata in questi momenti, è cattiva consigliera e non ci permette di prendere le decisioni giuste. Se un errore abbiamo commesso in Italia, è aver inserito il tema della mobilità umana unicamente nel quadro della sicurezza e non un problema sociale: non è una distinzione da filosofo in pensione, ma due questioni diverse. Se lo ritengo un problema sociale, mi preoccuperò di mettere in atto tutto quello che è necessario”. Rammentando come le Ramblas di Barcellona siano state considerate come un luogo capace di creare relazioni, il segretario generale della Cei si è chiesto: “Oggi che stiamo facendo per creare relazioni? Mi capita di guardare in televisione dei talk show dove piuttosto che sottolineare la positività della relazioni, stiamo ad aizzare gli uni contro gli altri”.

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