Diocesi: mons. Perego (Ferrara), “insegnare ai giovani rispetto e accoglienza coniugando intelligenza e cuore”

“L’educatore deve accompagnare il giovane, prenderlo per mano insegnandogli il rispetto, l’accoglienza e l’uso critico della ragione”. Lo ha detto ieri, 13 agosto, mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara – Comacchio, nell’omelia della messa concelebrata nella concattedrale di Comacchio per la festa di San Cassiano di Imola, patrono della città. San Cassiano, insegnante-martire, “è un educatore, in lui la fede passa attraverso l’insegnamento, la pazienza, l’amore, la costanza e la prudenza. In un mondo come il nostro in continuo mutamento – ha proseguito Perego – la Chiesa ci invita a essere educatori alla vita buona del Vangelo”. E le sfide sono: “l’abbandono della fede” che “caratterizza tante nostre famiglie e comunità insieme all’offuscamento dell’interiorità”, “l’incerta formazione tanto di identità personali quanto di identità comunitarie”, una nuova mobilità, il difficile dialogo tra generazioni, la “separazione tra intelligenza e affettività”, il “crescente individualismo”. “Sfide nuove” di fronte alle quali, ha avvertito il presule, un buon educatore deve saper accompagnare i giovani “insegnando loro il rispetto e l’accoglienza”, promuovendo “la capacità di pensare e l’esercizio critico della ragione, coniugando tra loro intelligenza e sensibilità, mente e cuore, perché si interessino della città”.

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