Assunta: mons. Galantino, “Maria ci riconsegna la missione di farci costruttori di ponti tra Oriente e Occidente”

Il Mediterraneo “per secoli è stato un catino le cui acque non sono state solcate soltanto da guerrieri e mercanti, ma da dialetti e culture che hanno arricchito e avvicinato i popoli. Un mare divenuto strada per l’incontro, invece di muro e confine…”. Così mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nell’editoriale di domani per “Avvenire”, nella Solennità dell’Assunta, riportando quanto vissuto questa sera a Monopoli. Nella città pugliese, riferisce il vescovo, è stato ricordato “l’anniversario dell’approdo dell’icona bizantina della Madonna della Madia, avvenuto nel 1117 a bordo di una zattera composta da travi di pino d’Aleppo, alcune delle quali sono ancora custodite in Cattedrale”. E, novecento anni dopo, prosegue, “è toccato a me trovarmi a fianco di monsignor Giuseppe Favale, vescovo di quella diocesi, su una precaria imbarcazione a raccogliere la copia dell’icona della Vergine per mostrarla alle migliaia di persone che in attesa gremivano la riva”. Da qui la riflessione di Galantino: “Mentre mi avvicinavo al molo non potevo smettere di volgermi ad ascoltare quel mare che avevo alle spalle”. Un mare divenuto nei secoli strada per l’incontro… “E Maria – che oggi celebriamo tra la terra e il Cielo – non ci riconsegna forse la missione di farci costruttori di ponti tra Oriente e Occidente, tra vicini e lontani, tra uomini e donne, nella consapevolezza che la reciprocità è la prima condizione per camminare insieme?”.

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