Agguato nel foggiano: mons. Castoro (Manfredonia), “criminalità colpisce il Gargano. Occorre una risposta forte”. Chiesa in prima linea

Mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo

“Come comunità cristiana ci sentiamo fortemente interpellati da quanto accade attorno a noi. Del resto diocesi, parrocchie, associazioni rappresentano realtà vivaci, impegnate nella formazione dei giovani e nel sociale… Al contempo sappiamo che non possiamo più accontentarci di una pastorale di conservazione: occorre semmai una pastorale missionaria, con i tratti di una Chiesa in uscita”. Mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, riflette a partire dalla cronaca. La strage di ieri, a San Marco in Lamis, conferma che la criminalità organizzata non dà pace al Gargano. “L’episodio di ieri dimostra, ancora una volta, che la violenza non riguarda solo poche famiglie impegnate in una faida atavica, una vera e propria guerra attorno a interessi economici illeciti, droga, malaffare”, afferma mons. Castoro. “Dev’essere chiaro che questa criminalità” attraversa “la nostra società, colpisce tutto il territorio, producendo solo male e ulteriore odio”. Molti osservatori sostengono che lo Stato e le istituzioni siano assenti. Cosa ne pensa? “Lo Stato, le istituzioni, le forze dell’ordine sono presenti e attivi. Magari lo potrebbero essere anche in forme più visibili ed efficaci, in modo da rassicurare la realtà locale. Ma di certo qui ognuno cerca di fare responsabilmente la propria parte. C’è una realtà viva, fatta di lavoro, di volontariato, di fede, che va sostenuta e affiancata”.
E la Chiesa locale? “Dobbiamo farci avanti – risponde al Sir –, intercettare quella parte di popolazione che si dimostra indifferente alla fede, che sembra aver chiuso ogni rapporto con la Chiesa. Si tratta di instaurare un dialogo basato su incontro e fratellanza. Di questo hanno bisogno le nostre terre: che le forze vive e buone della società procedano insieme”.

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