Turismo: card. Turkson, se “sostenibile e responsabile” è importante per “crescita e lotta povertà”

“Il turismo può essere uno strumento importante per la crescita e per la lotta alla povertà” ma deve essere “sostenibile”, ossia “responsabile, non distruttivo né dannoso per l’ambiente e per il contesto culturale su cui incide”, in particolare “le popolazioni e il loro patrimonio, teso alla salvaguardia della dignità personale e dei diritti lavorativi”: lo afferma il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, nel Messaggio “Turismo sostenibile: uno strumento per lo sviluppo” reso noto oggi in vista della Giornata mondiale del turismo, che si celebra il 27 settembre. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha anche proclamato il 2017 “Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo”. Per la prima volta il messaggio è pubblicato dal nuovo Dicastero, “come parte della propria missione”. Nel testo si ricordano le cifre 2016 dell’ultimo Barometro dell’Organizzazione mondiale del turismo: sono 1.235 milioni gli arrivi turistici internazionali, il turismo rappresenta il 10% del Pil mondiale e il 7% del totale delle esportazioni, 1 posto di lavoro su 11 si trova nel turismo. “Il tempo di vacanza non può essere pretesto né per l’irresponsabilità né per lo sfruttamento – scrive il card. Turkson nel messaggio -: anzi, esso è un tempo nobile, nel quale ciascuno può aggiungere valore alla propria vita e a quella degli altri. Il turismo sostenibile è strumento di sviluppo anche per le economie in difficoltà se diventa veicolo di nuove opportunità e non fonte di problemi”. Citando una risoluzione Onu del 2017 si sottolinea la sostenibilità “ecologica” per “non modificare gli ecosistemi; quella ‘sociale’ che si sviluppa in armonia con la comunità che accoglie; quella ‘economica’, che dà impulso a una crescita inclusiva”.”Noi cristiani – afferma – vogliamo offrire il nostro contributo affinché il turismo possa aiutare lo sviluppo dei popoli, in particolare quelli svantaggiati”. “Invitiamo tutte le persone coinvolte a impegnarsi in un serio discernimento e a promuovere pratiche in questa linea – conclude -, accompagnando comportamenti e cambiamenti negli stili di vita a un modo nuovo di porsi in relazione con l’altro”, per un “turismo dal volto umano” che si traduca in progetti di “turismo di comunità”, “di cooperazione”, “di solidarietà” e “nella valorizzazione anche del grande patrimonio artistico che è una vera e propria ‘via di bellezza’”.

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