Perdono di Assisi: mons. Sorrentino (vescovo), “siamo nell’orizzonte della misericordia”

“È stato provvidenziale che questo anno speciale si sia innestato sull’Anno della Misericordia, indetto da Papa Francesco, il quale, il 4 agosto 2016, ci fece anche dono della sua presenza”. Lo spiega al Sir mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, parlando dell’VIII centenario del Perdono di Assisi, giubileo inaugurato il 2 agosto dello scorso anno. “Siamo nell’orizzonte della misericordia – sottolinea il presule – Francesco volle questo, ottocento anni fa, per le persone impossibilitate ad andare nei luoghi allora designati per ricevere l’indulgenza. Volle che questo dono fosse disponibile anche qui ad Assisi, nel centro della sua stessa spiritualità, la Porziuncola, luogo dove egli si intratteneva in preghiera e dove plasmava la sua fraternità. Per questo luogo santo egli chiese una sovrabbondanza di grazia: di questo infatti si tratta, quando si parla di indulgenza. Il perdono di Dio lo riceviamo ogni qualvolta chiediamo perdono dei nostri peccati e, se sono gravi, li confessiamo. Oltre i peccati, ci sono i residui che essi lasciano in noi, residui da cui liberarci, in questa vita o nell’altra. La teologia classica ne parla in termini di pene temporali”. Perciò, chiarisce l’arcivescovo, “occorre chiedere al Signore la grazia, che ci aiuti a rinnovare la nostra vita in maniera integrale. Un rinnovamento fatto per darci gioia: non a caso San Francesco, con il suo stile fiorito, si espresse così: ‘Voglio mandarvi tutti in Paradiso’. Il Poverello sperimentava il Cielo nel suo cuore, perché il Paradiso non è cosa lontana, ma è la vita di Dio in noi. E desiderava che tutti avessero la sua gioia”.
La Porziuncola, evidenzia mons. Sorrentino, “c’è per questo: è sorgente di perdono, di misericordia, di gioia. Ne vengono toccate tante persone, che vengono qui in questa circostanza e nel corso di tutto l’anno”. Il fatto, poi, di poter chiudere quest’Anno speciale anche con la presenza del cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, “in qualche modo rinnova la presenza e la vicinanza di Papa Francesco, è per noi di particolare gioia e incoraggiamento”.

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