Legalità: Selinunte, due pini tagliati dalla mafia diventano un’installazione all’ingresso del Parco archeologico

Un’installazione ispirata a un fatto di mafia è stata posta di fronte all’ingresso del Parco archeologico di Selinunte. Due grossi pini furono tagliati negli anni ’90 nella campagna dell’allora consigliere comunale di Castelvetrano Francesco Cirrincione, che si era opposto alla realizzazione di una discarica di rifiuti tossici. Un gesto che, nel linguaggio mafioso, alludeva alla morte dei suoi figli. Dopo anni quei pini sono stati recuperati e adesso, grazie all’idea degli artisti Umberto Leone e Ute Pika, è nata l’opera “I pini di Castelvetrano”, esposta in maniera permanente al “Pensiero contemporaneo”. L’installazione è stata affiancata a una composizione già esistente nel giardino dal titolo “La semina del sole”, ispirata a uno dei versi del poeta Pino Veneziano. È stata realizzata utilizzando circa 100 piantine di girasole, seminate in un cerchio con un diametro di una quindicina di metri con l’aiuto degli alunni dell’Istituto “Capuana-Pardo”.

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