Nazionale calcio: mons. D’Urso (Consulta antiusura), “bene l’impegno di Tavecchio a non rinnovare sponsorizzazione Intralot. L’azzardo non produce Pil”

“Si è chiusa finalmente una brutta pagina della storia della Nazionale di calcio italiana. I nostri numerosi appelli hanno portato il presidente della Figc Carlo Tavecchio a cambiare campo, a stare dalla parte della vita, del gioco che educa e che forma al rispetto delle regole e delle persone. L’azzardo non rispetta l’essere umano, lo svuota nelle tasche e nella dignità. La retromarcia ha riconciliato non poche persone con il mondo del calcio”. Il presidente della Consulta nazionale antiusura, mons. Alberto D’Urso, apprezza le parole del presidente della Federazione italiana gioco calcio, Carlo Tavecchio, che si è impegnato a non rinnovare il contratto di sponsorizzazzione con la Gamenet Intralot. Mons. Alberto D’Urso ha subito chiamato il presidente Tavecchio, con il quale nei mesi scorsi aveva avuto duri scontri telefonici, per congratularsi per aver riconosciuto che quella sponsorizzazione è stata un grave errore. Fin dal primo momento della sottoscrizione del contratto lo ha pressato con lettere, fax, comunicati stampa e manifestazioni pubbliche, come a Bari con la tavola rotonda, organizzata in collaborazione con il giornalista del Corriere della Sera, Sergio Rizzo, il presidente dell’Associazione italiana calciatori, Damiano Tommasi, e il cartello “Insieme contro l’azzardo” nell’ambito della quale è confluita la grande protesta che la società civile stava maturando sull’“azzardata sponsorizzazione”. Ma il pressing sul presidente Tavecchio è continuato anche fuori dai circoli mediatici e pubblici.
“Il mio auspicio è che questa brutta storia conclusasi con il lieto fine sia da esempio a tante imprese italiane, calciatori e società sportive che dietro l’alibi della crisi economica e del pareggio dei bilanci si legano alle lobby dell’azzardo – dichiara mons. D’Urso -. Si tratta di denaro collegato tante volte alla criminalità organizzata, che non incentiva il benessere economico e sociale del Paese. L’azzardo non produce Pil, brucia economia e persone”. Di qui l’appello “alle società sportive a tenere sempre alta la bandiera italiana della vita attraverso lo sport affinché sia veicolo sempre dei grandi valori di libertà, socialità e orgoglio nazionale”.

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