Navarro-Valls: quella volta che diede anche al Sir in anticipo il testamento di Giovanni Paolo II

Tra la morte e i funerali, uno dei momenti più attesi dalla stampa di tutto il mondo, come una sorta di sintesi del quarto Pontificato più lungo della storia della Chiesa, durato quasi 27 anni, è stato la pubblicazione del testamento di Giovanni Paolo II. Il direttore della sala stampa vaticana, Joaquín Navarro-Valls, il 6 aprile 2005, dopo aver reso nota la data d’inizio del Conclave – il 18 aprile – aveva annunciato che il giorno dopo sarebbe stato reso pubblico il testamento del Papa polacco, già letto durante la quarta Congregazione generale dei cardinali. E così l’indomani, 7 aprile, l’attesa era palpabile tra i giornalisti, soprattutto tra quelli delle agenzie, che stazionavano in sala stampa ormai permanentemente fin dalle prime ore del mattino. Quel mattino, a sorpresa, Navarro – in maniera impeccabilmente professionale – decise di premiare gli “avamposti della notizia”, e convocò in via assolutamente riservata, facendoli passare dall’ingresso laterale di via Corridoni per salire in uno degli uffici, un ristrettissimo manipolo di agenzie di stampa, nazionali e internazionali. Tra queste, c’era anche il Sir, che aveva ottenuto il suo box fisso in sala stampa nel 2001. Non c’erano i social, allora, e le consegne “off the records” si rispettavano per tacito accordo, senza bisogno di alcun tipo di incentivo o sanzione (che arrivava comunque puntuale, in caso di violazione). Del resto, il documento ci era stato consegnato solo con mezz’ora di anticipo rispetto agli altri media, e solo per consentirci di dargli almeno una prima lettura, corredata da una breve presentazione del portavoce vaticano a fare da cornice. Così, appena preso in mano un documento già passato alla storia prima di essere pubblicato, a prevalere è stato il gioco di squadra, all’insegna di un’informazione di qualità che valesse per il suo peso specifico, e per il tasso di competenza, consapevolezza e deontologia di chi è chiamato a farsi mediatore (non protagonista) tra la notizia e l’opinione pubblica. “A tutti voglio dire una sola cosa: Dio vi ricompensi”, è il leit motiv del testamento di colui che oggi è Santo. La gratitudine, nel testo scritto a più riprese da Karol Wojtyla dal 1979 al 2000, è il sentimento dominante. Come quello di chi ha imparato, grazie anche alla testimonianza di giornalisti come Navarro, cosa significhi e in cosa consista la dignità del nostro mestiere.

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