Migrazioni: vertice Ue a Tallinn. Anvelt e Avramopulos, “l’Italia non è da sola”

L’Italia non è da sola e non dovrà agire da sola. Questo il messaggio accorato che arriva da Tallin dove oggi si è svolta la riunione informale congiunta dei ministri degli Interni e della Giustizia dei Paesi Ue sui temi della migrazione. Incontrando la stampa al termine dei lavori Andres Anvelt, ministro degli interni estone e Dimitris Avramopulos, commissario europeo per le migrazioni hanno ribadito il messaggio più volte. Le discussioni sono state “aperte e franche” e le priorità evidenziate sono “condivise”. Tutti d’accordo sul fatto che si debba “migliorare la collaborazione con la Libia”: a questo proposito l’Ue investirà in aiuti al Paese per formare una guardia costiera in grado di sorvegliare la costa meridionale del Mediterraneo. Più consistente l’impegno dell’Ue anche verso i Paesi dell’Africa settentrionale da dove provengono tanti migranti. Confermata la proposta di un “codice di comportamento” per le Ong, che sono “partner e hanno un ruolo complementare” nelle operazioni di ricerca e salvataggio e “condividono i medesimi principi”, ha sottolineato il commissario Avramopulos: il codice di comportamento di cui l’Italia dovrà elaborare una proposta a breve servirà “a far funzionare meglio la collaborazione”. Altro punto su cui i ministri sono tutti d’accordo è implementare i piani di rimpatrio: l’Ue è “solidale con chi scappa dalla guerra e dalla persecuzione”, ma “respinge chi non ha diritto di stare nell’Ue”, cioè gli “immigrati economici”, come ha precisato il ministro Anvelt. A breve, infine, arriverà l’annuncio di una proposta di riforma del regolamento di Dublino verso un sistema di asilo nell’Ue più efficace ad affrontare situazioni di crisi come quella attuale, ha anticipato Avramopulos. Su tutti questi punti, i lavori avanzeranno nei prossimi giorni e settimane, hanno garantito i due politici. Da Avramopulos anche l’esortazione ai Paesi che ancora non hanno adempiuto agli impegni sulle ricollocazioni dei rifugiati presi a Lussemburgo nel 2015 a “farlo il più in fretta possibile”. “Non sono soddisfatto per come i Paesi hanno risposto fino ad ora a quegli impegni, ma sono ottimista perché vedo maggiore disponibilità”, ha aggiunto il commissario.

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