Navarro-Valls: Bustaffa (direttore Sir 1997-2013), “aveva intuito la nostra sfida” e “si era trovato in sintonia”

“Vi seguirò con grande attenzione perché mi ritrovo nelle vostre scelte. Mi interessa molto anche sapere cosa del Papa scrivono i giornali cattolici del territorio, giornali che più di altri hanno il polso dell’opinione della gente. Non ci sono solo i vaticanisti a parlare del Papa”. A rievocare le parole rivolte nel gennaio 1989 dall’allora direttore della sala stampa vaticana Joaquín Navarro-Valls  a don Giuseppe Cacciami, Giovanni Fallani e Paolo Bustaffa, è quest’ultimo in una nota per il Sir a ricordo del direttore della sala stampa della Santa Sede scomparso ieri all’età di 80 anni. Bustaffa, che ha guidato il Sir dal 1997 al 2013, sottolinea quanto “il direttore della sala stampa vaticana, abituato a rapportarsi con i potenti media di tutto il mondo, avesse a cuore anche questa dimensione dell’informazione religiosa”. “Aveva intuito – fa notare – la sfida che il Sir e la Fisc avevano raccolto e alla quale intendevano rispondere con le regole e i linguaggi della professione giornalistica. Si era trovato in sintonia”. “Non gli sfuggivano – prosegue Bustaffa – neppure alcuni ‘segni di creatività’ dei direttori Fisc”. “Non avrei mai pensato che si potesse trarre un’intervista da qualche parola scambiata con il Papa nel saluto dopo un’udienza. Un direttore della Fisc è riuscito senza aver avuto bisogno di chiedere a me l’autorizzazione”, aveva detto sorridendo Navarro-Valls riferendosi ad un’intervista con Giovanni Paolo II che apriva il numero del settimanale di Siracusa, a firma di don Alfio Serra. “Nel corso del suo servizio in Vaticano – prosegue Bustaffa – mantenne il rapporto con il Sir: aveva compreso che l’agenzia raccontava il Papa e insieme raccontava la Chiesa evitando di fare del Papa un personaggio fuori o lontano dalla realtà, dalla verità”. Per Navarro-Valls “questa cura professionale e questa sensibilità ecclesiale, l’essere ‘portavoce del Papa e portavoce della Chiesa’ erano irrinunciabili per offrire un’informazione religiosa pensata e capace di far pensare: credenti e non credenti”.

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