Europa: Letta (Sciences Po), “se è rappresentata da perdenti o burocrati, non ce la farà mai”. “La globalizzazione ha spaventato l’Occidente”

“L’Europa non può andare avanti così: un’Europa fatta di singoli Paesi europei è destinata a un futuro di ininfluenza”. A lanciare il grido d’allarme è stato Enrico Letta, dean della Paris School of International Affairs di Sciences Po, nella “lectio” tenuta oggi alla Lumsa, durante il convegno “La nuova Europa”. Letta ha citato due eventi che nel 2016 “hanno dato una sveglia al nostro eurocentrismo” – Brexit e l’elezione di Trump – “nei due Paesi leader della globalizzazione, che parla inglese”. “Nella mia esperienza politica non ho mai visto nessuno vincere una campagna elettorale promettendo un ritorno al passato”, ha commentato Letta: “In genere, la si vince promettendo, a volte anche in maniera esagerata, il futuro”. I due eventi citati, per il relatore, dimostrano che “la globalizzazione ha avuto un’accelerazione tale che ha spaventato gran parte delle società occidentali. Ma il mondo non lo fermi tornando indietro”. “Se l’Europa è rappresentata da perdenti o da burocrati, non ce la farà mai”, la tesi di Letta, secondo il quale nel nostro Continente non servono “né leadership burocratiche, né leadership di perdenti”. Nel 2019, ha ricordato, in Europa non ci saranno più, per effetto di Brexit, 73 parlamentari britannici, ma i Trattati sanciscono il numero fisso dell’emiciclo: 751. Invece di una redistribuzione, alquanto problematica, dei suddetti parlamentari tra i 27 Paesi Ue, la proposta di Letta è la costituzione di un unico collegio paneuropeo, mescolando eletti e non eletti, “per selezionare una leadership europea scelta dai cittadini”.

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