Diocesi: mons. Crociata (Latina), Maria Goretti testimonia che “c’è un modo non rabbioso, disperato, depresso e amaro di abitare” l’ospedale

Santa Maria Goretti “è stata, come Gesù, il chicco di grano che caduto in terra non muore ma porta molto frutto”. Lo ha affermato oggi pomeriggio monsignor Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, presiedendo la celebrazione eucaristica per la festa di santa Maria Goretti, patrona della città di Latina, nell’ospedale a lei intitolato. “Non possiamo trascurare che per Maria Goretti l’ospedale ha un significato tutto speciale, perché in esso si è spenta a meno di ventiquattr’ore da quando era stata ferita a morte e vi era stata trasportata”, ha osservato Crociata. “La santità di Maria Goretti – ha aggiunto – fiorisce e quasi esplode nell’ultimo brevissimo tratto della sua vita che si consuma in un letto d’ospedale”. Secondo Crociata, “l’ospedale è per Maria Goretti il luogo della suprema testimonianza”. “Riceviamo, perciò, una lezione che passa attraverso questo luogo e si imprime nel nostro cuore, soprattutto al pensiero di quanti sono costretti a usufruire di questa indesiderata ospitalità”, ha proseguito. “C’è un modo non rabbioso, non disperato, non depresso e amaro di abitare per un tempo anche breve questo luogo di malattia e di dolore, un modo che lo fa diventare luogo di speranza e di lotta per la salute e per la vita”. “Marietta – ha evidenziato Crociata – rende l’ospedale uno spazio aperto a Dio, un tempo di purificazione, un orizzonte di perdono”. “Se vita e salute non sono vere senza o contro Dio, non lo sono nemmeno senza o contro gli altri”, ha rimarcato il vescovo. “Il bene o è intero, oppure non è veramente bene. Non ci accorgiamo, tante volte, di come il malessere interiore contribuisca ad alimentare la malattia se non addirittura a generarla. Anche questo ci insegna Maria Goretti”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy