Parlamento Ue: interrompere i colloqui per l’adesione turca. Piri, “ma teniamo aperto il dialogo con la società civile”

(Strasburgo) “Se la Turchia reintroducesse la pena di morte e attuasse i cambiamenti proposti di riforma della Costituzione, la conseguenza sarebbe l’interruzione del dialogo sull’integrazione della Turchia nell’Unione europea. Ma questo non significa che si interromperebbe ogni forma di cooperazione. L’impatto della sospensione del dialogo avrebbe delle conseguenze finanziarie di diversi milioni di euro all’anno che vanno alla Turchia come fondi pre-adesione. Il Parlamento si sta chiedendo se in caso di sospensione questi fondi possano andare direttamente a finanziare la società civile in Turchia. Ma ovviamente politicamente questo significherebbe che sessant’anni di avvicinamento fra la Turchia e l’Europa sono giunti al termine”. Parole ferme quelle di Kati Piri, eurodeputata olandese, relatrice del documento che verrà votato domani in plenaria a Strasburgo. Il Parlamento europeo ha tenuto oggi una discussione sui futuri rapporti con Ankara: la linea prevalente è di interrompere i colloqui per l’adesione nel caso in cui Erdogan e il governo turco portassero avanti le riforme costituzionali approvate con referendum, giudicate fuori dai parametri Ue. Gli eurodeputati denunciano una involuzione della democrazia turca, la compromissione delle libertà individuali e sociali, violenze aperte contro il popolo, attacchi deliberati contro gli avversari politici del presidente. Nonostante questo si auspica il “mantenimento del dialogo aperto e costruttivo” rivolto alla società civile.
Infatti Piri dichiara al sito dell’Europarlamento: “Malgrado le politiche del suo attuale governo la Turchia è un partner molto importante in molti settori. Il Parlamento europeo non sta dicendo: smettiamo totalmente di cooperare con la Turchia”. Però “l’Ue deve cambiare la sua strategia attuale. Al momento i leader europei, eccezion fatta per il Parlamento europeo, hanno scelto la strategia dell’attesa, della speranza che le cose un giorno miglioreranno in Turchia. Non hanno tracciato dei limiti. Così facendo però, sosteniamo l’autoritarismo nel Paese. Non si può stare a guardare, aspettare e parlare tranquillamente col presidente Erdogan quando si vede che la situazione in Turchia sta andando sempre peggio. L’Unione europea deve farsi sentire ed è quello che il Parlamento europeo sta facendo”.

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