Ius soli: Diaco (Acli Bologna), “troppa demagogia su fenomeni migratori e cittadinanza”. “I numeri sono più modesti di ciò che si pensa”

“Occorre fare più informazione – che sia migliore – sui temi legati ai fenomeni migratori e alla cittadinanza” anche perché “si fa troppa demagogia su questi argomenti”. Lo ha affermato ieri il presidente provinciale delle Acli di Bologna, Filippo Diaco, intervenuto ad un incontro sul tema della legge di cittadinanza ora in discussione. Dai “dati che raccogliamo presso i nostri servizi di Patronato e Caf”, ha spiegato Diaco, emerge che su quasi 23mila pratiche effettuate negli ultimi due anni all’Ufficio Immigrati del Patronato Acli di Bologna, solo lo 0,2% riguardano pratiche di minori di 15 anni (127 utenti nati in Italia). “Di fatto, già ora, al compimento del diciottesimo anno, i nati in Italia possono acquisire la cittadinanza”, osserva Diaco. “Anche la legge sullo ius soli prevede, comunque, una residenza stabile del bambino e della famiglia in Italia – ha proseguito – mentre passa il messaggio sbagliato che sia sufficiente partorire in Italia perché il neonato e tutta la famiglia siano italiani”. “Dal nostro punto di osservazione, vediamo che anche i numeri sono più modesti di ciò che si pensa – ha precisato il presidente provinciale -. Riteniamo comunque necessario apportare delle modifiche alle norme che regolano il soggiorno in Italia di lungo periodo, perché, ad oggi, le limitazioni imposte producono fenomeni di sfruttamento, microcriminalità e criminalità organizzata, mercato nero persino di residenze e di assunzioni fittizie per parenti ed amici come lavoratori domestici”. “La vera integrazione passa per la conoscenza della lingua e un progetto familiare, più che personale”, ha concluso.

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