Charlie Gard: mons. Paglia (Pav), “no ad abbandono; sì ad accompagnamento”. Ci vuole “un’alleanza d’amore”

“Un triplice no: all’eutanasia attiva o passiva, all’abbandono e all’accanimento terapeutico”, e un “grande sì” da pronunciarsi “nei confronti dell’ accompagnamento e del prendersi cura, che non vuol dire sempre guarire, ma sempre vuol dire commuoversi e stare accanto a chi soffre in ogni momento e in ogni circostanza. E si tratta di un atteggiamento che dovrebbe essere condiviso da parte di tutti”. A parlare è mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita (Pav), che oggi, in un’intervista, ad Avvenire commenta la vicenda del piccolo Charlie Gard. “Ci vuole un’alleanza d’amore che deve coinvolgere il malato, quando è possibile, ma anche i familiari, i medici, gli amici – spiega l’arcivescovo -. È in questo circolo d’ amore che si afferma il valore della vita senza se e senza ma, e nello stesso tempo si evita quella dittatura della tecnica che ci fa dimenticare i limiti invalicabili dell’esistenza umana, ma oscura anche le impensabili risorse della volontà umana di viverli insieme, con amore. Per i credenti la preghiera fa parte di questa alleanza, nella quale coinvolgiamo Dio stesso”. “Purtroppo – chiosa Paglia – quando si affida la decisione a un tribunale, vuol dire che l’alleanza terapeutica non esiste più. E questo vanifica l’accompagnamento per far prevalere posizioni astratte e anche ideologiche. E qui ha ragione il Papa quando auspica che non venga trascurato il desiderio dei genitori di Charlie ‘di accompagnare e curare sino alla fine il proprio bimbo'”.

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