Vaccini: Pont. Acc. Vita-Cei-Amci, “obbligo morale di garantire la copertura necessaria per la sicurezza altrui”

“Dal punto di vista etico, la Pontificia Accademia per la Vita aveva pubblicato nel 2005 un documento intitolato: ‘Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti’ che, alla luce dei progressi della medicina e delle attuali condizioni di preparazione di alcuni vaccini, potrebbe essere a breve rivisto e aggiornato, soprattutto in considerazione del fatto che le linee cellulari attualmente utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali e non implicano più quel legame di cooperazione morale indispensabile per una valutazione eticamente negativa del loro utilizzo”. Lo si legge in una nota diffusa oggi da Pontificia Accademia per la Vita, Ufficio nazionale Cei per la pastorale della salute e Associazione medici cattolici italiani (Amci). Per i firmatari, “non meno urgente risulta l’obbligo morale di garantire la copertura vaccinale necessaria per la sicurezza altrui, soprattutto di quei soggetti deboli e vulnerabili come le donne in gravidanza e i soggetti colpiti da immunodeficienza che non possono direttamente vaccinarsi contro queste patologie”. Inoltre, “per quanto riguarda la questione di vaccini che nella loro preparazione potrebbero impiegare o avere impiegato cellule provenienti da feti abortiti volontariamente, va specificato che il ‘male’ in senso morale sta nelle azioni, non nelle cose o nella materia in quanto tali. Le caratteristiche tecniche di produzione dei vaccini più comunemente utilizzati in età infantile ci portano ad escludere che vi sia una cooperazione moralmente rilevante tra coloro che oggi utilizzano questi vaccini e la pratica dell’aborto volontario. Quindi riteniamo che si possano applicare tutte le vaccinazioni clinicamente consigliate con coscienza sicura che il ricorso a tali vaccini non significhi una cooperazione all’aborto volontario”.

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