Migranti: Naso (Fcei), necessarie “stabilizzazione, cooperazione internazionale e apertura di canali umanitari”

“La strada da perseguire non può essere quella dell’esternalizzazione delle frontiere sempre più a sud ma della stabilizzazione, della cooperazione internazionale e dell’apertura di canali umanitari per i soggetti più vulnerabili”. Così Paolo Naso, coordinatore di “Mediterranen Hope”, il programma per rifugiati e migranti della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), commenta l’incontro di Parigi di ieri tra Italia, Francia e Germania, tenutosi in vista del vertice dei ministri degli Interni di tutta l’Unione europea, in agenda giovedì e venerdì prossimi a Tallin (Estonia). “Speravamo di più da questo vertice che doveva rilanciare l’impegno dell’Europa sulle migrazioni in una linea di solidarietà tra partner”, afferma Naso, secondo cui, “alcune delle misure adottate sono davvero incomprensibili, come quella che limita il ruolo delle Ong, quasi che salvare vite in mare in una situazione d’emergenza sia un problema invece che un sostegno all’azione della Guardia Costiera e delle altre forze impegnate nelle attività di Search and Rescue nel Mediterraneo centrale”. “Tanto più – prosegue – quando abbiamo testimonianza evidente del fatto che la condizione di chi si affida ai trafficanti si fa sempre più disperata: racconti e immagini dei sopravvissuti ci dicono che in mare c’è bisogno di più mezzi e di più soccorsi e non di vincoli all’azione umanitaria”. Oggi la Fcei ha inviato una lunga lettera ai suoi partner internazionali nella quale viene esplicitato che “al fine di essere efficaci nel nostro impegno per i migranti serve arrestare l’onda nazionalista e xenofoba che sta avvelenando il dibattito politico”. La Fcei chiede che della questione delle migrazioni si discuta a livello di Nazioni Unite.

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