Migranti: Arci, “governi vogliono solo blindare frontiere e rendere più difficile soccorso in mare”

“Per i ministri degli interni italiano, tedesco e francese l’obiettivo principale è blindare le frontiere libiche e rendere più difficile l’attività di soccorso in mare delle Ong. In vista del vertice di Tallin l’Ue pensi invece a come garantire accoglienza e viaggi sicuri”: lo afferma oggi l’Arci, commentando l’incontro informale sulla questione migranti che si è svolto ieri a Parigi in vista del vertice di Tallin. Un incontro che, secondo l’Arci, “non ha prodotto alcuna proposta concreta e positiva rispetto al tema dell’accoglienza e del ricollocamento”. “L’unica cosa certa – afferma l’associazione – è che l’obiettivo principale resta quello di esternalizzare le frontiere, attribuendo alla Libia, in cambio di laute prebende economiche, il compito di fermare i migranti non solo sulle coste, impedendo le partenze verso l’Europa, ma anche alla frontiera sud, impedendo alle persone in fuga di entrare nel Paese”. Tutto ciò, sottolinea, “accompagnato dal rilancio di una campagna denigratoria verso le Ong che prestano attività di ricerca e soccorso in mare”, accusandoli “di alimentare le partenze, garantendo ai migranti il possibile salvataggio in caso di naufragio”. “Una sciocchezza che però rischia di diventare una delle tante false evidenze date in pasto all’opinione pubblica – osserva l’Arci -. Se poi a quest’accusa si aggiunge il ventilato sospetto che le Ong possano lucrare su quest’attività, tanto da ritenere indispensabili maggiori controlli anche sui loro bilanci, ecco che la campagna di discredito nei loro confronti trova più di una sponda tanto da poter impunemente affermare che si potrebbe ‘vietare l’attracco di navi di Ong straniere nei porti italiani’, ben sapendo che si tratta di una azione contraria alla legge e alle convenzioni internazionali”. L’unica via, auspicata dalle stesse Ong, è che “siano aperti canali di ingresso legali, sottraendo chi fugge ai trafficanti e garantendo viaggi in sicurezza”. La proposta dell’Arci è di “rafforzare il sistema Sprar: piccoli gruppi di migranti distribuiti su territori con cui si sia stabilito un dialogo positivo, in modo da rendere più semplice l’attività di integrazione con le comunità locali”.

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