Madonna della Bruna: mons. Caiazzo (Matera-Irsina), la fede non si deve “fermare solo a manifestazioni esteriori”

“Se la nostra fede si dovesse fermare solo a manifestazioni esteriori, pirotecniche, di giochi di luce, senza rivestirsi della divinità di Gesù il rischio sarebbe quello di non elevarci verso Dio, verso la vita vera”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Matera-Irsina, monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, in occasione della festa della Madonna della Bruna. “Abbiamo bisogno – ha aggiunto l’arcivescovo – d’incontrarci e ritrovare il gusto della famiglia, dell’appartenenza, attraverso un servizio reciproco che diventa condivisione, ricchezza preziosa. C’è bisogno di ascoltarsi, confrontarsi, ricostruire relazioni umane partendo proprio dalle nostre case spesso diventate o considerate alberghi o ristoranti”. Per mons. Caiazzo, senza “rinuncia” e “sacrificio”, “non c’è amore che possa circolare tra le mura domestiche e il rischio è che ogni componente familiare viva la sua vita indipendentemente dagli altri”. “Si avverte l’urgenza di respirare aria di casa, calore umano”, ha aggiunto. “La nostra devozione alla Madonna della Bruna – ha ammonito l’arcivescovo – deve andare oltre le manifestazioni religiose che, per quanto importanti, hanno bisogno di essere riempite di contenuti affinché avvenga quel movimento che è proprio di Maria”. “Camminare per le strade delle nostre realtà parrocchiali, dei luoghi che abitiamo o dove lavoriamo significa sentire quella spinta interiore che, come è successo a Maria, ci fa entrare negli ospedali e visitare gli ammalati, lenire il loro dolore, riempire le solitudini di presenza d’amore e di speranza”, ha proseguito, rilevando che “Maria ci fa incontrare per le strade volti di persone con le quali entrare in dialogo, condividere il tempo, servire piuttosto che farsi servire”.

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