Ecomafie: Legambiente, nel 2016 il fatturato scende a 13 miliardi, in calo del -32%. Resta il problema della corruzione

Nel 2016, il fatturato delle ecomafie è sceso “a 13 miliardi registrando un -32% rispetto allo scorso anno, dovuto soprattutto alla riduzione della spesa pubblica per opere infrastrutturali nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso e al lento ridimensionamento del mercato illegale”. È quanto emerge dal rapporto “Ecomafia 2017, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia” redatto da Legambiente e presentato oggi a Roma alla Camera dei deputati. “Nonostante il trend positivo che indica una inversione di tendenza rispetto agli anni passati – si legge in una nota – sono ancora tanti i problemi da affrontare a partire dal fenomeno della corruzione, che continua a dilagare in tutta la Penisola, la questione dell’abusivismo edilizio con 17mila nuovi immobili abusivi nel 2016, il ciclo illegale dei rifiuti in crescita”. Secondo Legambiente, “in questo quadro, fatto di luci e ombre, diminuisce complessivamente in percentuale il peso delle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso, che passa dal 48% del 2015 al 44% del 2016”. Campania con 3.728 illeciti, davanti a Sicilia (3.084), Puglia (2.339) e Calabria (2.303) si confermano ai primi posti nella classifica per numero di illeciti ambientali. La Liguria resta la prima regione del Nord, il Lazio quella del Centro. Su scala provinciale, quella di Napoli è stabilmente la più colpita con 1.361 infrazioni, seguita da Salerno (963), Roma (820), Cosenza (816) e Palermo (811).

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