Santiago di Compostela: vescovi francesi e spagnoli, una lettera per un’accoglienza all’insegna del silenzio, della gratuità e dell’incontro con Dio

(Foto: Siciliani-Gennari/Sir)

Accogliere tutti, farlo gratuitamente o con prezzi “estremamente accessibili”, non fare né i giornalisti né gli psicologi ma aiutare il pellegrino a fare silenzio e meditare così da ritrovare se stesso e scoprire Dio nel profondo del suo cuore. Queste alcune linee di comportamento e di stile che i vescovi francesi e spagnoli propongono in una “Lettera pastorale” rivolta ai protagonisti della accoglienza e ospitalità cristiana disseminati lungo il cammino di Santiago di Compostela: santuari, chiese, case religiose e monasteri. “Accoglienza e ospitalità sul cammino di Santiago”, si intitola la Lettera pastorale che è stata scritta dai vescovi responsabili delle diocesi che sono attraversate dal percorso “compostelano”, al termine del loro incontro in luglio. La Lettera consiglia di rendere “visibili, ma senza esagerare” i “segni esteriori della ospitalità cristiana” come mettere i crocifissi all’entrata e nelle sale, una immagine dell’apostolo Giacomo e offrire brochure sulla sua vita e vocazione. Sarebbe poi opportuno dare al pellegrino guide sul cammino di Compostela, informazioni in diverse lingue relative ai luoghi percorsi, nonché la possibilità di partecipare nelle chiese a liturgie specifiche in diverse lingue e, qualora fosse richiesto, anche un sacerdote disponibile a confessare o a celebrare una messa di benedizione del pellegrino. Chi accoglie – mettono in guardia i vescovi – non è né un giornalista né uno psicologo. Non è un giornalista che pone all’ospite una serie di domande, come fosse appunto una intervista, alle quali inevitabilmente si risponde in maniera superficiale. Né uno psicologo che in qualche modo obbliga l’altro a parlare. Vietate le domande: “Raccontami di te”; “Dimmi perché hai deciso di fare questo cammino”; “Quello che hai finora vissuto, è quello che ti aspettavi”. L’accoglienza si farà all’insegna dell’esempio e della gioia. Un luogo che si definisce “cristiano” – scrivono i vescovi – è per natura “aperto a tutti, fraterno e gioioso” e “nessuno sarà obbligato a esprimersi”. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, ricordano infine i vescovi. La Lettera raccomanda, pertanto, ai luoghi di accoglienza cristiana di offrire ospitalità gratuita o, comunque sia, con prezzi che “siano estremamente accessibili”. Perché il compito primo di ogni ospitalità – si legge nella Lettera – è quello di “condurre il pellegrino lungo il cammino di san Giacomo e aiutarlo a meditare, a ritrovare se stesso e a scoprire Dio nel suo profondo”.

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