Croagh Patrick: mons. Neary (Tuam), “riconoscere la presenza di Dio nel nostro mondo”

“Nel passato era difficile immaginare un mondo senza Dio. Nel XXI secolo è difficile e richiede coraggio re-immaginare un mondo con Dio. La sfida per noi oggi è di trovare modi efficaci per riconoscere la presenza di Dio nel nostro mondo, celebrare la bontà del cibo, della famiglia e dell’amicizia” o “riconoscere il mistero nella bellezza. Le vecchie certezze da cui dipendevamo non ci sono più”. È uno dei passaggi dell’omelia pronunciata dall’arcivescovo di Tuam Michael Neary ai pellegrini che oggi sono saliti sul Croagh Patrick una montagna speciale per i cattolici irlandesi perché si dice che qui san Patrizio nel 441 abbia trascorso 40 giorni digiunando e pregando . Il pellegrinaggio, che si tiene ogni anno l’ultima domenica di luglio, ci porta “a stretto contatto con la natura e il creato”, ha detto mons. Neary, ci dà l’opportunità di cercare un “riferimento valoriale alternativo” che la società dei consumi non permette perché preoccupata di “stimolare e soddisfare in un processo circolare”, perché “diluisce i nostri standard morali”. “I giorni dell’appartenenza passiva sono passati” e dobbiamo affrontare la sfida di “portare l’insegnamento di Cristo in ogni angolo della vita”. Da questa montagna “resa santa dal pellegrinare delle persone attraverso i secoli”, dovremo scendere e continuare ad andare avanti, ma portando via una lezione dalla montagna: è necessario “un consistente e generoso lavoro di gruppo”, per sostenere chi fatica ad andare avanti, rialzare chi si è inciampato, accogliere nel gruppo il camminatore che rischia di perdersi nella nebbia”. Perché “la fede, la famiglia e la comunità sono molto strettamente legate e trascurarne una ha conseguenze sulle altre”.

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