Migranti: don De Robertis (Migrantes), “un’accoglienza dignitosa tratta l’altro come una persona. In Italia il sistema lascia ancora molto a desiderare”

“Un’accoglienza dignitosa è quella, anche molto semplice, che tratta l’altro come una persona”. Ma “purtroppo in Italia il sistema di accoglienza lascia ancora molto a desiderare”. È quanto ha affermato don Giovanni De Robertis, direttore della Fondazione Migrantes, in un’intervista pubblicata sull’ultimo numero del settimanale diocesano “Verona fedele”. Per don De Robertis, “un’accoglienza dignitosa è quella che non dimentica che l’altro è un essere umano, spesso segnato dalle sventure”. Il sacerdote racconta l’esperienza vissuta nella parrocchia di san Marcello, in Bari, che lascerà il prossimo 13 settembre per seguire le attività di Fondazione Migrantes. “Dopo l’appello di Papa Francesco del settembre 2015, la comunità ha deciso di prendere in affitto un appartamento dove attualmente risiedono sei giovani neo-maggiorenni”. “Se si decide di ospitare qualcuno – ammonisce – non lo si accoglie nello sgabuzzino: per questo abbiamo scelto una casa grande, in un bel palazzo”. Secondo De Robertis la distinzione tra migranti economici e rifugiati politici “è legittima”. “Questo – aggiunge – non significa negare il diritto a chi non può garantire a sé e ai propri cari una vita dignitosa di cercare di farlo in un altro Paese”. “Questo diritto va però coniugato con le esigenze di un’accoglienza dignitosa e con il diritto che ognuno dovrebbe avere a non essere costretto ad emigrare a causa di miseria o altre cause”. Per il sacerdote, “la grande maggioranza dei richiedenti asilo è accolta in grandi centri spesso in condizioni pietose”. “Si continua ad agire sull’onda dell’emergenza dando agio a persone senza scrupolo di arricchirsi sulla pelle dei migranti”, accusa. Al contrario, “abbiamo nel nostro Paese moltissimi esempi di fraternità e integrazione riuscita”. Per evitare le tragedie nel Mediterraneo, conclude De Robertis, “la soluzione è far arrivare in sicurezza coloro che ne hanno diritto e rimuovere le cause che spingono tanti a fuggire, la vendita di armi e lo sfruttamento”.

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