Cile: Senato approva depenalizzazione dell’aborto. Vescovi: “Ingiusta discriminazione”

Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale cilena, in un comunicato reso noto venerdì scorso, prende posizione sull’approvazione da parte del Senato, avvenuta mercoledì scorso, del progetto di legge che depenalizza l’interruzione volontaria di gravidanza in tre situazioni (rischio di vita per la madre, malformazione fetale e commesso stupro verso la madre). Prima della definitiva approvazione manca solo il voto finale della Camera. Secondo i vescovi cileni il progetto di legge approvato è “una battuta d’arresto che introduce e legittima nella società cilena una ingiusta discriminazione verso esseri umani indifesi, la cui vita lo Stato è chiamato a garantire e proteggere”.
Perciò, “non pensiamo che questo progetto di legge costituisca una risposta di maggiore umanità e civiltà di fronte al dramma che vivono le donne che si trovano in situazioni limite. Invece di fare tutti gli sforzi per promuovere due vite umane ugualmente degne – quella della madre e quella del figlio atteso – d’ora in poi in Cile ci saranno bambini e bambine considerati da scartare”. Nel comunicato si riprende infatti questa espressione usata da papa Francesco e si sottolinea la contraddizione “rispetto ad un’etica fondata nella persona umana in quanto immagine e somiglianza di Dio”; per questo i vescovi si dichiarano particolarmente addolorati per il voto favorevole alla legge di parlamentari che si dichiarano cristiani. Apprezzamento, invece, per i parlamentari coerenti e per le organizzazione della società civile che si sono mobilitate durante il lungo iter legislativo.

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