Minori migranti: p. Baggio (Santa Sede), “vittime innocenti di politiche restrittive contro irregolarità”

“Sempre più Paesi stanno adottando politiche più restrittive al fine di eliminare ogni forma di irregolarità migratoria. I minori sono spesso vittime innocenti di tali misure drastiche”, invece il Papa “insiste sul dovere di risolvere e di regolarizzare la posizione dei migranti minorenni”. Lo ha detto padre Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, intervenendo alla Summer School 2017 sul tema dei minori migranti a Montepaone Lido (Catanzaro) che si è conclusa ieri. L’edizione di quest’anno, promossa dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con Scalabrini international migration institute (Simi), Fondazione Migrantes, Fondazione Ismu e Agenzia scalabriniana per la cooperazione allo sviluppo (Ascs), era centrata sul tema “Bambine, bambini e adolescenti nei processi migratori”. “La migrazione è divenuta un fenomeno globale e oggi molti flussi sono dovuti a conflitti, disastri, persecuzioni, cambiamento climatico, violenza, povertà estrema e condizioni di vita disumane – ha ricordato padre Baggio -. Emigrare oggi significa affrontare grandi sacrifici e spesso i bambini pagano il prezzo più alto, specialmente quando emigrano da soli”. “Solo per il fatto di essere stranieri – ha fatto notare -, tutti i migranti sono di fatto vulnerabili. Essi sono spesso trascurati, discriminati ed emarginati. E tra loro i fanciulli costituiscono il gruppo più vulnerabile” perché “minori, perché stranieri e perché inermi”. Quelli in situazione irregolare, ad esempio, “devono spesso nascondersi dalle autorità e non godono di un accesso equo all’istruzione e all’assistenza medica. La situazione dei minori non accompagnati è particolarmente precaria. Molti fanciulli e adolescenti sono avviati alla prostituzione o presi nel giro della pornografia, resi schiavi del lavoro minorile o arruolati come soldati”. Papa Francesco chiede di rispondere a queste sfide attraverso tre verbi: “proteggere, integrare e puntare a soluzioni durature”. Da qui l’invito ad “avviare azioni comuni e coordinate nei Paesi di origine, transito e destinazione al fine di assicurare che tutti i minori migranti e rifugiati siano sempre protetti da ogni forma di abuso”, ad uno “scambio di informazioni” e “cooperazione tra le organizzazioni e le istituzioni, sia religiose sia civili” attraverso la “costituzione di reti transnazionali di protezione e assistenza”.

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