Europa: Buonomo e Stocchiero, quadro internazionale e global governance

I lavori della Summer School “Acting EurHope” in corso a Roma, proposta da Azione cattolica, Caritas, Focsiv e Missio, è proseguita con una relazione di Vincenzo Buonomo (Università Lumsa, esperto di diritto intrnazionale), per un dettaglio giuridico sulle strutture di governance europee. Si riparte – ha spiegato il docente – dal manifesto di Ventotene, per rispondere a una domanda fondamentale: “Chi è l’Europa?”. “L’Europa non è solo una entità geopolitica, ma è qualcosa che si apre”, dove “si abbracci una visione di insieme su tutti i popoli che costituiscono l’umanità”. Il “paradigma funzionalista”, scelto all’inizio dell’integrazione comunitaria, rispetto a quello federalista, ha portato l’Europa ad allontanarsi da quel ruolo di “veicolo, regolatore e promotore di valori essenziali, che non sono condivisi da tutti i Paesi dell’Unione perché non tutti hanno affrontato il cammino iniziato a Ventotene” e dal secondo dopoguerra. E questo porta, ad esempio, a problemi di “accettazione, integrazione e allungamento dei tempi” per quanto riguarda le candidature alle nuove adesioni. Se si pensa alla Turchia, il processo di attesa fa pensare a “un vero e proprio purgatorio”: “Gli ultimi arrivati devono accettare le regole decise da tutti in più di 50 anni”. Ultimo sguardo della mattinata (moderata da Paolo Beccegato, Caritas) quello di Andrea Stocchiero (responsabile delle attività di policy e advocacy di Focsiv), sull’opera delle Ong e le loro possibilità funzionali in temi quali aiuto, cooperazione e sviluppo.
“Gli obiettivi di sviluppo, oggi, devono valere per tutti”, ha affermato. “Il compito delle Ong si è profondamente modificato: non più fare progetti di sviluppo al sud del mondo, ma capire come cambia il mondo e su quelle analisi empiriche pianificare modelli di sviluppo ovunque”. “Il nostro lavoro parte dalle root causes che spingono a migrare nei Paesi di origine, all’accoglienza nei Paesi di transito, monitorando gli equilibri demografici e la coesione sociale, fino ai temi di integrazione e inserimento nei Paesi di destinazione”. Il relatore passa poi a valutare i cinque assi dettati dall’Europa a La Valletta in tema di immigrazione: root causes; migrazione legale e mobilità; protezione ed asilo; lotta al traffico; ritorni. In tutto questo “è evidente una crisi della solidarietà europea, sovrastata dagli interessi nazionali guidati dalle politiche locali sull’immigrazione”. Ma anche “l’enorme potenzialità di azione di Ong e Onlus”. I lavori proseguono nel pomeriggio con una sessione su “l’Europa che verrà” e domani con un convegno dal titolo: “Acting EurHope. Insieme per ridare speranza e futuro al progetto europeo”.

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