Terremoto: Spoleto, al Museo diocesano allestito un laboratorio per restaurare opere d’arte ferite dal sisma. Per mons. Boccardo “è un ulteriore segno di speranza”

La sala Barberini del Museo diocesano di Spoleto è stata trasformata in laboratorio di restauro delle opere d’arte ferite dai terremoti del 2016 che hanno sconvolto l’Italia centrale. “L’idea – si legge in una nota – è nata dal dialogo tra l’arcivescovo Renato Boccardo ed Emanuela D’Abbraccio, unica restauratrice di Norcia, con collaborazioni in tutta Italia e incarichi diretti anche dai Musei Vaticani”. A Norcia aveva il laboratorio di restauro sotto la sacrestia della Concattedrale di Santa Maria, edificio crollata quasi per intero. “Al momento del terremoto – prosegue la nota – stava restaurando, tra l’altro, due altari laterali e una tavola nella Basilica di S. Benedetto e una tela nella chiesa di S. Agostino, entrambe crollate”. Dopo le scosse dello scorso anno D’Abbraccio s’è ritrovata senza casa, senza laboratorio, senza lavoro. “Poi un giorno – racconta – la proposta di mons. Boccardo di proseguire la mia attività all’interno del Museo diocesano di Spoleto, riportando così al loro antico splendore alcune opere d’arte lesionate dal terremoto e permettendo ai tanti visitatori di seguire in diretta il restauro”. “Ho accettato con entusiasmo – prosegue – e ringrazio il vescovo e l’Ufficio beni culturali della diocesi per questa opportunità: è solo uno dei tanti segni di prossimità che la Chiesa di Spoleto-Norcia riserva a noi terremotati”. Al momento è in restauro, previa autorizzazione della Sovrintendenza e con i finanziamenti giunti dal Museo diocesano di Padova, una tela del ‘600 raffigurante la Madonna con Bambino tra Santi del pittore fiorentino Anastasio Fontebuoni, estratta dopo il terremoto del 30 ottobre dalle macerie della Chiesa di S. Agostino a Norcia. Seguiranno gli interventi al Cristo parlante del ‘400 che si trovava nella Concattedrale di Santa Maria e quello della tavola del 1561 raffigurante la Resurrezione di Lazzaro di Michelangelo Carducci che si trovava nella basilica di S. Benedetto. Per mons. Boccardo, “il laboratorio di restauro è un ulteriore segno di speranza per questi nostri territori duramente provati dal sisma e quanto prima desiderosi di tornare alla normalità”.

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