Immigrati: Ambrosini (sociologo), “sono vantaggiosi per il sistema, non un fardello”

Gli immigrati “non sono un fardello per l’Italia, predatori di risorse scarse” perché “se si guarda il rapporto tra ciò che versano in termini di contributi e ciò che incassano o fruiscono in termini di servizi il saldo è largamente positivo per il nostro Paese, neanche tenendo conto dei costi dell’accoglienza dei rifugiati”.  Maurizio Ambrosini, docente di sociologia delle migrazioni all’Università degli Studi di Milano, da anni cita le cifre oggi ricordate dal presidente dell’Inps Tito Boeri. “Gli immigrati sono vantaggiosi per il sistema a livello nazionale, per le casse dello Stato e per l’Inps – conferma oggi in un’intervista al Sir -. A livello locale ci sono invece dei costi indotti: perché significa aver bisogno di più scuole, di più case popolari, di più servizi sanitari e sociali”. Su questo punto invita ad “aprire un dibattito più serio” per “andare incontro alle necessità delle località in cui c’è un maggiore insediamento di immigrati residenti”. Ambrosini suggerisce anche di evidenziare, nel bilancio dello Stato, “con un’operazione di contabilizzazione a parte” i versamenti e i costi legati all’immigrazione, “facendo vedere che i costi sostenuti sono compensati da versamenti su altre voci di bilancio. Questa semplice operazione contabile da parte della Ragioneria dello Stato potrebbe contribuire a sfatare qualche luogo comune”. Inoltre, aggiunge, “si pensa poco al contributo degli immigrati ai consumi: sono 5 milioni e mezzo di persone che comprano auto di seconda mano, abitazioni di modesto pregio, supermercati e discount, telefonia, rimesse o beni di largo consumo come i pannolini e gli alimenti per l’infanzia. Il contributo che danno le nascite degli immigrati si traduce in consumi e gettito Iva per le casse dello Stato. Non se ne parla mai. Sembra solo che gli immigrati prendano”.

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