25° della strage di Via D’Amelio: Mattarella, “Borsellino ha vissuto il suo servizio allo Stato, con coraggio, dedizione, tenacia e mitezza d’animo”

“Oggi ricordiamo Paolo Borsellino non perché è stato assassinato ma perché ha vissuto in maniera autentica il suo servizio allo Stato, con coraggio, dedizione e tenacia, facendo della mitezza d’animo uno dei suoi punti di forza”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presiedendo il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura dedicato al ricordo di Paolo Borsellino, a 25 anni dalla strage di via d’Amelio. Nel suo intervento, Mattarella ha ripercorso l’attività professionale di Borsellino di cui “colpisce non soltanto l’altissimo livello di professionalità, ma anche il suo spirito di abnegazione, che si rinviene nel suo modo di ‘vivere’ il ruolo di magistrato”. Il presidente ha ricordato come negli anni del “maxi-processo”, “insieme a Falcone e ad altri valorosi colleghi vengono sperimentati, con successo, metodi investigativi nuovi e più efficaci, attraverso la condivisione delle informazioni tra i magistrati e con maggiore attenzione verso il potere economico delle cosche, il settore degli appalti e quello dei movimenti bancari”. Grazie a “questo nuovo metodo, fondato sulla condivisione delle informazioni, sul lavoro di gruppo, sulla specializzazione dei ruoli, l’ufficio istruzione di Palermo raggiunge risultati processuali di rilievo inedito”. Per Mattarella, “il percorso professionale di Borsellino è lo specchio del suo modo di essere”: “la naturale disposizione ad ascoltare, fondata su un reale rispetto dell’interlocutore, l’innata inclinazione a motivare i suoi collaboratori, l’indiscussa capacità di consigliare, il rigore morale”. Il presidente ha anche ricordato di Borsellino l’impegno “nel dialogo con i giovani, convinto che la testimonianza di valori positivi promuove una società sana e virtuosa, in grado di emarginare la criminalità”. Su ciò che è successo il 19 luglio 1992, “deve ancora avere una definitiva parola di giustizia. Troppe – ha riconosciuto Mattarella – sono state le incertezze e gli errori che hanno accompagnato il cammino nella ricerca della verità sulla strage di via D’Amelio”.

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