Chiusura “Medicina Solidale”: mons. Lojudice (Migrantes Lazio), “si faccia di tutto perché questo servizio possa continuare”

“Un servizio di assistenza ai poveri e migranti di Roma, completamente gratuito, non può essere chiuso. Ci auguriamo che questo non avvenga
ma si faccia di tutto per cercare delle soluzioni migliori affinché questo servizio possa continuare”. A dirlo a www.migrantesonline.it è il vescovo delegato della pastorale Migrantes della Conferenza episcopale del Lazio, mons. Paolo Lojudice, commentando, secondo alcune indiscrezioni apparse su alcuni organi di stampa, la probabile chiusura dell’ambulatorio di “Medicina Solidale” che da 15 anni assiste gratuitamente centinaia di poveri e migranti che vivono a Roma. La Regione Lazio e il Policlinico di Tor Vergata avrebbero intenzione di non sostenere più l’ambulatorio. “Sarebbe – dice mons. Lojudice – un atto non accettabile per chi, spesso, vive per strada o in estrema povertà e che aveva come luogo di riferimento per le cure e l’assistenza medica i centri di Medicina Solidale a titolo gratuito dislocati in 5 ambulatori in varie zone della città”. Da qui l’auspicio che gli organi preposti “collaborino insieme” affinché gli ambulatori continuino a funzionare “non facendo mancare, quindi, quel sostegno, per molti, ad una assistenza medica necessaria e quotidiana”. L’Istituto di Medicina Solidale Onlus (Imes) si è costituita nel 2003
a Roma e dal 2004 opera in diverse aree della periferia romana per contrastare le malattia della povertà e migliorare l’accesso alla salute delle persone socialmente svantaggiate.

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