Venezuela: vescovi, “messaggio urgente ai cattolici e alle persone di buona volontà”

Un “Messaggio urgente ai cattolici e alla persone di buona volontà in Venezuela” con richieste al governo, alle forze armate, alla dirigenza politica e alle istituzioni educative e culturali è stato diffuso (in testo e video) a conclusione dei lavori della 108ª Assemblea plenaria della Conferenza episcopale del Venezuela, che si è svolta a Caracas dal 7 al 12 luglio. Ne ha dato lettura, in un video diffuso ieri, mons. Mario Moronta, vescovo di San Cristobal e sottosegretario dell’episcopato venezuelano.

Nel messaggio viene nuovamente descritta la drammatica situazione del Paese, con la popolazione che soffre a causa della mancanza di cibo e medicine, la violenza “strutturale” e “la repressione irrazionale”, “la detenzione di numerose persone, soprattutto giovani che dissentono con il governo”, con denunce di “torture e maltrattamenti”, processi arbitrari “davanti alla giustizia militare contro la Costituzione e le leggi” e “gruppi paramilitari illegali”. I vescovi, come già espresso in precedenza, esprimono contrarietà al progetto di una Assemblea costituente “che pretende imporre al Paese un regime dittatoriale” ed “instaurare uno Stato socialista, marxista e militare facendo sparire l’autonomia dei poteri, specialmente quello legislativo”. Inoltre il 16 luglio ci sarà una consultazione popolare legittima promossa dall’Assemblea nazionale ma i vescovi considerano “una provocazione da parte del governo” convocare, “nello stesso giorno, finte votazioni in alcuni centri elettorali del Paese, che possono generare conflitti”. Chiedono perciò, al governo, “di ritirare la proposta dell’Assemblea Costituente” ed indire “le elezioni stabilite secondo Costituzione”; di “riconoscere l’autonomia dei poteri pubblici; abbandonare la repressione disumana di chi dissente durante la manifestazioni e smantellare e sanzionare i gruppi armati” illegali. I vescovi chiedono inoltre la liberazione di tutti i prigionieri politici e “l’apertura di un canale umanitario per far arrivare medicine e alimenti”. Esortano poi la forza armata nazionale boliviariana “a compiere il suo dovere di essere al servizio del popolo” e “non semplicemente di un regime, partito o governo”. Stesso monito è rivolto alla dirigenza politica, affinché non sia orientata solo “alla ricerca dei propri interessi”. Un appello è rivolto poi alle istituzioni educative e culturali perché “collaborino a creare coscienza politica ed elevare il livello socio-culturale di tutti i cittadini”. Una nuova Giornata di preghiera e digiuno per il Venezuela è convocata il prossimo 21 luglio.

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