Giovanni Franzoni: mons. Bettazzi, “un uomo di fede sincera con il coraggio di una profezia sulla Chiesa dei poveri”

“Forse i suoi atteggiamenti di contrasto non permetteranno lo si ponga tra i profeti, accanto a don Mazzolari e don Milani, ma non gli tolgono il merito di una profezia – sulla Chiesa dei poveri, sull’ecologia, sulla nonviolenza e la pace – perseguita con sincerità e con coraggio e con la coscienza di una fede sincera. Gliene restiamo grati”. Così il vescovo emerito di Ivrea mons. Luigi Bettazzi, già presidente di Pax Christi Italia, ricorda Giovanni Franzoni, unendosi al lutto della famiglia e della Comunità cristiana di S. Paolo a Roma da lui fondata. “Penso alla sua attività negli anni caldi dopo il 1968; il suo libro “La terra è di Dio” (cui seguì poi “Anche il cielo è di Dio. Il credito dei poveri”) anticipava i problemi ecologici oggi sul tavolo della politica internazionale – dice monsignor Bettazzi -. Le sue prese di posizione sulla Chiesa dei poveri e sul dialogo con i comunisti sembrano appartenenti al passato, ma la sua dichiarazione di aver votato comunista lo portò alla riduzione allo stato laicale”. “Il suo temperamento ardente ma soprattutto il legame con la Comunità di S. Paolo – prosegue -, che aveva fondato e diretto fino ai nostri giorni, lo portarono a prese di posizioni di critica e di contestazione molto forti al di là di ogni compromesso (ad esempio di prendere domicilio nella mia diocesi, pur restando a Roma), che indussero poi la Chiesa a decisioni drastiche”. “Era rimasto, anche vivendo da laico (e sposandosi) uomo di fede – sottolinea -. L’avevo incontrato il mese scorso, presentando insieme in una parrocchia piemontese il Concilio Vaticano II, di cui eravamo rimasti gli ultimi membri viventi italiani, ed era stato molto pacifico e fraterno”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy