Corruzione: mons. Galantino, per contrastare fenomeno “c’è sempre più bisogno di interventi educativi, fatti di scelte e gesti concreti” messi in atto da “persone credibili”

“Se si vuole interrompere il proliferare di cleptocrati, accanto all’orizzonte legislativo e giudiziario, bisogna attivare percorsi formativi esigenti”. Lo ha detto oggi pomeriggio mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenendo a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, alla tavola rotonda “Da mani pulite a Cantone. Il valore delle regole”. “C’è bisogno di percorsi formativi esigenti perché la corruzione, oltre a essere un comportamento, è anche una condizione – ha evidenziato mons. Galantino -. Non ci sarebbe corruzione se non vi fosse una condizione determinata e retta da intelligenze, volontà e cuori corrotti”.
Secondo il presule, “per incidere su questa condizione (luoghi, spazi, istituzioni) non servono né grida manzoniane né pie esortazioni. Per raddrizzare la condizione corrotta delle nostre realtà (parti dello Stato, parti della Chiesa o di istituzioni in genere) c’è sempre più bisogno di interventi educativi, fatti di scelte e gesti concreti. Il tutto messo in atto da persone credibili”. Per mons. Galantino, “non è credibile e quindi non educa chi fa fatica o non vuole abbandonare privilegi, dai più piccoli ai più vistosi e costosi. Non è credibile e quindi non educa chi cerca alleanze dalle quali ricavare benefici, esenzioni e privilegi. Non è credibile e non contribuisce a convertire i cuori corrotti chi continua ad approfittare della sua posizione per percorrere comode scorciatoie, per raccomandare a prescindere dalle regole e del merito”. C’è bisogno quindi “di integrare e accompagnare l’azione di repressione della corruzione con un impegno fortemente culturale; ricordando l’altissimo tasso di pericolosità che interessa la corruzione dell’intelligenza, della volontà e del cuore”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy