Charlie Gard: Scaraffia, “occasione per denunciare casi ancora più gravi, neonati gravemente malati vengono abitualmente uccisi nel silenzio più assoluto”

“Mentre da più parti ci si è mobilitati per impedire o quanto meno allontanare il momento della morte del piccolo Charlie Gard, caso tragico ma lontano dall’eutanasia, nel silenzio più assoluto neonati giudicati gravemente malati vengono abitualmente uccisi”. Lo afferma Lucetta Scaraffia nell’editoriale de Il Settimanale de “L’Osservatore Romano” in edicola oggi. “A proporre di disciplinare questa pratica – ricorda – è nel 2005 il medico olandese Eduard Verhagen” che ha ispirato “il cosiddetto protocollo di Groningen, secondo il quale la possibilità di intervento si estende anche a una vera e propria eutanasia per bambini che ‘possono avere una qualità di vita molto bassa, senza prospettiva di miglioramento’”. “Il concetto estremamente vago di ‘qualità’ della vita – osserva Scaraffia – si apre quindi a varie possibilità, che oltrepassano largamente l’accanimento terapeutico”. Anche se nei Paesi Bassi l’eutanasia è legale, e a partire dai dodici anni, questo protocollo, elaborato nell’ospedale universitario di Groningen, e approvato poco dopo dall’Associazione olandese di pediatria, non è stato votato come legge”, prosegue. “Chi lo mette in atto – precisa – può venire legalmente perseguito, ma di fatto questo non avviene perché i tribunali olandesi finora si sono espressi sempre a favore dei medici che hanno compiuto atti eutanasici, anche su neonati”. Per Scaraffia, “lo status di illegalità delle pratiche spiega però come mai non sia possibile scoprire il numero dei bambini sottoposti a questo procedimento”. “Questo succede perché – commenta – in fondo l’opinione pubblica è in gran parte favorevole al protocollo, e lo accetta anche se non è legalizzato”. “L’ondata di solidarietà e di protezione che il caso di Charlie Gard ha suscitato – conclude – non deve quindi esaurirsi in un momento di isolata se pure intensa commozione, ma diventare un’occasione per denunciare casi ancora più gravi. In modo da indurre i responsabili a riflettere sulla gravità di quello che accade sotto i loro occhi, in un’illegalità non solo tollerata ma perfino giustificata”.

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