Codice appalti: Esposito (Univ. Salerno), “da Mani pulite all’Anac per fare il punto sulla corruzione”

(DIRE-SIR) – “Da Mani pulite all’Anac di Raffaele Cantone. Il valore delle regole”. È il titolo del convegno che si svolgerà domani, giovedì 13 luglio, alle 16 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani (Senato) su iniziativa di Gianluca Maria Esposito, docente di Diritto amministrativo e direttore della scuola anticorruzione e appalti pubblici dell’Università di Salerno. Si farà il punto sulle nuove regole per gli appalti pubblici, sui meccanismi per bloccare la corruzione. “Al dibattito – spiega Esposito – ci saranno il presidente del Senato Pietro Grasso, la Sottosegretaria Maria Elena Boschi, il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, Gianni Letta, Paola Balducci del Csm e il Segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino. Perché la corruzione non è un affare solo dello Stato, ma un problema che riguarda tutti i cittadini e la partecipazione etica di ciascuno alla vicenda pubblica”. Il titolo del convegno, prosegue Esposito “restituisce la sintesi storica di un sorvegliato speciale: lo Stato italiano. Che nell’alternarsi di modelli legislativi per 25 anni è dovuto salire sul banco degli imputati. Ieri come oggi ci sono state situazioni e contesti nei quali c’e’ stato un problema di corruzione nei contratti pubblici”.
La situazione in questi 25 anni è migliorata o peggiorata? “Difficile dirlo – risponde il direttore della scuola Anticorruzione e appalti – il giudizio implica valutazioni di ordine sociologico, antropologico, etico. Dal punto di vista giuridico l’analisi deve partire da alcuni aspetti della stessa legislazione che si è dato il Paese in questi quasi 30 anni. Ci sono due limiti del sistema previgente che possono ritenersi in parte superati: l’idea nata 25-26 anni fa dopo Tangentopoli di dover spostare la responsabilità delle decisioni dalla politica alla burocrazia. È stato un errore, a priori poteva sembrare una riforma che generava vantaggi ma ha comportato un ribaltamento dei ruoli e spezzato il rapporto democratico. Oggi la politica non ha piu’ un rapporto diretto con l’elettorato e i cittadini, al centro di questo rapporto c’è la burocrazia. È una riforma che ha comportato un enorme ampliamento della capacità delle funzioni e degli spazi della buroacrazia. Oggi non possiamo dire che questo ha ridotto la corruzione o aumentato livelli efficienza del Paese”.

(www.dire.it)

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