Spiaggia Chioggia: Graglia (Univ. Milano), “il fascista convinto nega libertà e democrazia. A qualcuno servirebbe un ripasso di storia”

“Libertà di espressione per tutti? Anche per chi sostiene il valore dei principi fascisti o nazisti? La questione non è semplice. Schiere di studiosi e pensatori hanno dibattuto a lungo sulla questione, e il risultato è sempre stato quello di permettere una libertà di espressione che riconosca alcuni principi fondamentali: il diritto all’esistenza di altre idee e visioni politiche o, detta alla tedesca, Weltanschauungen, visioni del mondo che non vogliono la soppressione dei principi liberali e democratici nella vita politica e sociale”. Piero Graglia, storico, esperto di relazioni internazionali e di integrazione europea, riflette a partire dal caso dello stabilimento balneare di Chioggia (Playa Punta Canna) che inneggia al Ventennio. Graglia spiega che il “fascista convinto” nega “il valore della democrazia e delle libertà classiche della visione liberale”. Ciò che Mussolini chiamava “demoplutocrazie” erano “per lui il coacervo di tutti i mali. Negava i principi democratici, fondando tutto sui principi della gerarchia e del comando illuminato dalla forza e dalla violenza”. Il docente dell’Università degli studi di Milano aggiunge: “Non si può discutere con un fascista di libertà e di democrazia, e ogni artificio dialettico per piegare la concezione fascista della società a una applicabilità nel contemporaneo è destinato a restare una pura chiacchiera”.
“Il fascista non riconosce valore alla libertà politica altrui e alla pratica della scelta dei governanti attraverso elezioni libere. Peggio ancora il nazista, che fonda tutto il suo sistema sugli stessi principi, aggiungendo anche l’elemento razziale e anticristiano”. “Un piccolo ripassino di storia – specifica Graglia – gioverebbe a chi dice che la libertà di espressione è un valore in sé, qualsiasi sia l’espressione presentata”. E ancora: “L’Italia non ha mai fatto davvero i conti con il periodo fascista, con ciò che esso ha rappresentato”; la Germania “questi conti li ha fatti meglio, molto meglio. Ma proprio per la storia recente, è scandaloso dichiararsi fascisti o nazisti in Italia allo stesso modo in cui è scandaloso dichiararsi comunisti staliniani in Ungheria o in Repubblica Ceca”. Secondo il docente, “il principio di libertà di opinione qualunque essa sia deve fare i conti con la sensibilità e con la storia. E chi sostiene il contrario o cerca voti o non conosce la storia”.

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